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Comportamento del gatto

Edward O. Wilson, il padre della sociobiologia, ha scritto:

Fra gli individui si formano legami nonostante il sesso, e non grazie a esso. Quando in una specie è presente la riproduzione sessuale, i membri del gruppo diventano geneticamente dissimili. Il risultato inevitabile è un conflitto di interessi.

Da dove nascono questi conflitti d'interessi? Dall'imperativo biologico più importante per tutti quelli che vivono in questo mondo: portare avanti i propri geni (cioè riprodursi). È questa la situazione dove si creano dei conflitti di interessi, anche tra i membri di una coppia.

Il gatto domestico (Felis catus) che vive libero in colonie — cioè in un gruppo stabile di individui nelle strade urbane o nelle fattorie — ha un'organizzazione sociale ben più complessa di quanto si sia creduto per molto tempo.

Gatto.

Le femmine adulte e la loro prole costituiscono l'unità sociale di base di una colonia di gatti; spesso le femmine sono imparentate fra loro. Il maschio dominante (maschio alfa), che esce vittorioso dagli incontri agonistici fra i maschi d'alto rango, è impegnato nel difendere il proprio territorio dagli intrusi della stessa specie. Come maschio dominante gode delle attenzioni delle femmine adulte, che prediligono la sua vicinanza rispetto a tutti gli altri maschi della colonia e che manifestano questo interesse con frequenti comportamenti affiliativi come lo strusciarsi e il dormire a contatto.

Il maschio ha un territorio molto più grande di quello delle femmine e lo delimita con l'urina e con il secreto delle ghiandole cutanee poste sotto il mento. Tuttavia il suo successo riproduttivo non è correlato con il rango. Il gatto domestico, infatti, presenta un sistema sessuale di tipo promiscuo con una strategia riproduttiva apparentemente in contrasto tra maschi e femmine. Da una parte il maschio tenderebbe ad accoppiarsi con più femmine, impedendone nel contempo l'accesso ai rivali, mentre la femmina tende invece ad avere più di un maschio durante lo stesso periodo di estro per aumentare la probabilità di ottenere dei buoni geni per la prole. Strategia questa vantaggiosa (per la femmina) che vive in un ambiente mutevole, come quello rurale e urbano. Massimizzando infatti la variabilità genetica della propria prole, essa garantisce la sopravvivenza e l'adattamento all'ambiente a un maggior numero di cuccioli.

Nota: Il gatto urbano, così come definito dagli etologi, non è domestico in senso stretto ma non è neanche randagio, perché occupa un territorio stabile e perché, soprattutto, dipende dagli esseri umani per la sua alimentazione.